Giorgio T. Bagni

 

RAPPRESENTARE LA MATEMATICA
Simboli
, parole, artefatti, figure

 

 

Roma 2007, pp. 166, ISBN 978-88-548-1235-2

Edizioni Aracne (http://www.aracneeditrice.it/)


dalla Prefazione

di Jean-Philippe Drouhard

 

De toutes les questions difficiles soulevées par les mathématiques, les plus difficile sont sans doute celles qui concernent le rapport entre la réalité, les mathématiques et les conventions; et si à ces trois termes on ajoute le langage, on aboutit à un tel nœud de difficultés que l’immense majorité des mathématiciens se gardent bien de l’envisager. On ne saurait les en blâmer, tant est nécessaire, pour l’étudier, un outillage conceptuel propre à la philosophie des sciences, que la seule pratique des mathématiques, quelque brillante qu’elle soit, ne saurait procurer. On peut regretter par contre que les didacticiens et les historiens des mathématiques répugnent trop souvent à considérer ce genre de questions, car eux n’ont pas l’excuse que ces questions n’auraient pas d’incidence sur l’objet de leurs études. C’est que pour s’y atteler il faut à la fois une profonde et solide culture philosophique, une connaissance intime des mathématiques, et surtout ce qu’il faut bien appeler une réelle intrépidité intellectuelle, le goût et le courage de porter son regard sur les zones obscures de la réalité et non pas celles éclairées par l’éclat monochrome d’un réductionnisme éprouvé et rassurant. L’ouvrage de Giorgio T. Bagni porte la marque de cette trop rare intrépidité; mais ce n’est pas tout. L’histoire des mathématiques et les études didactiques empiriques tombent trop souvent dans le défaut d’une exhaustivité érudite qui fait que le souci de l’exactitude l’emporte sur celui de significativité; par exemple, on voit bien ce que tel concept mathématique signifiait pour son inventeur à l’époque où il l’a inventé, pourquoi il l’a inventé et dans quel contexte se situe cette invention, mais on ne voit pas en quoi cela nous concerne, nous autres modernes. La philosophie des mathématiques de son côté, est souvent d’une lecture fort aride faute d’exemples significatifs qui permettent de comprendre de quoi on parle. De nombreux auteurs ont déjà souligné la nécessité de la complémentarité de l’histoire (ou des études «de terrain») et de la philosophie, mais c’est, pour parler vulgairement, plus facile à dire qu’à faire. Et en cela réside la seconde précieuse qualité de cet ouvrage: Giorgio T. Bagni a su présenter avec simplicité et clarté les exemples, anciens ou contemporains, de mathématiciens illustres ou d’élèves «normaux» nos élèves qui donnent sens et perspective aux concepts les plus difficiles de l’épistémologie.

 

Di tutte le questioni difficili sollevate dalla matematica, le più difficili sono senza dubbio quelle che riguardano il rapporto tra la realtà, la matematica e le convenzioni; e se a questi tre termini si aggiunge il linguaggio, si arriva ad un nodo di difficoltà che la stragrande maggioranza dei matematici si guarda bene dall’affrontare. Non si può peraltro criticare questa scelta, in quanto sarebbe necessario, per trattare tali tematiche, un impianto concettuale proprio della filosofia delle scienze che la sola pratica della matematica pura, per quanto a livelli brillanti, non può fornire. Si può per contro lamentarsi del fatto che didattici e storici della matematica evitano troppo frequentemente di considerare questo genere di questioni, pur non potendo accampare la scusa di una scarsa incidenza sull’oggetto dei loro studi. Il fatto è che per affrontare queste tematiche è necessaria una profonda e solida cultura filosofica, un’intima conoscenza della matematica e soprattutto quella che si può ben chiamare una reale intrépidité intellettuale, il gusto e il coraggio di portare il proprio sguardo sulle zone oscure della realtà, e non solo su quelle illuminate, ma in bianco e nero, da un riduzionismo diffuso e rassicurante. L’opera di Giorgio T. Bagni porta il segno di questa purtroppo rara intrépidité; ma non è tutto. La storia della matematica e le ricerche didattiche sperimentali cadono troppo spesso nel difetto di una erudita esaustività che fa in modo che la pretesa dell’esattezza sovrasti la ricerca della significatività; ad esempio, si comprende bene che cosa un determinato concetto matematico abbia significato per i suoi inventori, all’epoca della sua invenzione, perché esso sia stato inventato e in quale contesto quell’invenzione si collochi; ma non si comprende in che cosa esso riguardi noi, noi moderni. La filosofia della matematica, per parte sua, è spesso caratterizzata da una lettura arida, senza esempi significativi che permettano di comprendere di che cosa si sta parlando. Numerosi autori hanno già sottolineato la necessità di considerare in termini complementari la storia (ovvero gli studi «sul campo») e la filosofia, ma tutto ciò è, per dirla in parole povere, ben più facile a dirsi che a farsi. E in questo sta la seconda preziosa qualità di questo lavoro: Giorgio T. Bagni propone con semplicità e chiarezza i propri esempi, antichi o contemporanei, di matematici illustri o di allievi «normali» – i nostri allievi – che danno senso e prospettiva ai più difficili concetti dell’epistemologia.

 

Jean-Philippe Drouhard

IUFM, Nice, France


Indice del volume

 

Prefazione, di Jean-Philippe Drouhard

 

Introduzione

 

 

I.       I (molti) linguaggi della matematica

 

1.        “Oggetti matematici” e registri rappresentativi

2.        Il primo esempio

3.        Processi e oggetti

4.        Peirce e il ragionamento diagrammatico

 

II.      Cominciamo con la geometria

 

1.        Il secondo esempio

2.        I registri sono “equivalenti”?

 

III.    Insiemi e diagrammi di Eulero–Venn

 

1.        Una celebre rappresentazione visuale

2.        Un case study: S. e G., 11 anni

3.        Un case study: K., 15 anni

4.        Il terzo esempio

5.        Il quarto esempio

6.        Il quinto esempio

 

IV.    Wittgenstein e il “meccanismo”

 

1.        Immagine, movimento, proposizione

2.        Ma si tratta di un “buon disegno”?

 

V.      Artefatti

 

1.        Alcune considerazioni teoriche

2.        Didattica e artefatti

3.        Didattica e algoritmi

4.        Il sesto esempio

5.        Il settimo esempio

6.        Abbiniamo gli artefatti?

7.        L’ottavo esempio

 

VI.    La matematica tra realtà e convenzioni

 

1.        Matematica e realtà

2.        Matematica e convenzioni

 

VII.   Conclusioni… aritmetiche

 

1.        Geometrie e aritmetiche

2.        Infiniti numeri

3.        Un aiuto dall’antropologia

4.        Funziona, dunque… esiste

 

 

Riferimenti bibliografici

 


Syllogismos.it

History and Hermeneutics for Mathematics Education

(Giorgio T. Bagni, Editor)


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